Bisfenolo A e PVC nell’acqua del rubinetto

Pubblicato su 1 Novembre 2022 Aggiornato il 20/07/2023

Quando è diventato chiaro che le tubature di piombo potevano contaminare l’acqua con residui tossici, i governi europei hanno iniziato a sostituirli con tubature di plastica, pensando che fossero più sicure. Ma studi recenti hanno rivelato che anche la plastica rilascia sostanze chimiche nocive nell’acqua. Abbiamo ragione a preoccuparci?

Cos’è il PVC?

Il PVC (cloruro di polivinile) è una delle materie plastiche più utilizzate al mondo. Ogni anno ne vengono prodotte 40 milioni di tonnellate nel mondo.

Il PVC fu scoperto per la prima volta nel 1838 dall’inventore francese Henri Victor Regnault, poi riscoperto nel 1872 dal chimico detesto Eugen Baumann.

Però non fu fatto niente con questo nuovo materiale per alcuni anni. Fu solo nel 1933, quando la società BF Goodrich sviluppò un metodo per rendere il PVC più flessibile, che il suo uso commerciale si diffuse.

Il PVC è economico, durevole e chimicamente resistente ad acidi, alcoli e solventi, dunque viene utilizzato in molti settori. Dagli anni ’60 è il materiale preferito per le tubature dell’acqua, sostituendo quelle in piombo, cemento e ghisa. Sfortunatamente, paghiamo un prezzo per questa durabilità. Il PVC rilascia sostanze chimiche nell’ambiente, comprese nelle nostre riserve idriche.

Perché c’è PVC nell’acqua del rubinetto?

I materiali che sono in contatto con l’acqua finiscono per trasferire alcuni dei loro componenti nell’acqua (ad esempio quando i tubi sono fatti di piombo o rame, una piccola quantità di metalli finisce nell’acqua). È il caso dei tubi in PVC: rilasciano cloruro di polivinile nell’acqua. Ma non è tutto.

Uno studio danese pubblicato nella rivista Water Research (Ricerca sull’acqua) mostra che i tubi in PVC e altre plastiche in polietilene come PER (polietilene reticolato) e HDPE (polietilene ad alta densità) rilasciano sostanze chimiche nell’acqua. Come esteri, aldeidi, idrocarburi aromatici e terpenoidi. Altri studi dimostrano che tubazioni in PVC rilasciano bisfenolo A e ftalati nell’acqua.

Quali sono gli effetti del PVC e del bisfenolo A sulla salute?

Le sostanze PCV che contaminano l’acqua del rubinetto sbilanciano gli ormoni e possono causare il cancro. Diamo un’occhiata alla scienza.

Il cloruro di polivinile è stato classificato come un carcinogeno di Gruppo 1, che vuol dire che è “cancerogeno per l’uomo”.  È stato associato con il cancro del fegato, del cervello e dei polmoni, con il linfoma e la leucemia.

Uno dei sotto prodotti del PVC è il 4-terz butilfenolo. Questa sostanza chimica ha un impatto negativo sugli ormoni e i test di laboratorio mostrano che può causare danni riproduttivi.

Anche gli ftalati, prodotti aggiunti alla plastica per renderla più flessibile, sono stati criticati per i loro effetti dannosi. Una revisione di studi pubblicati sull’International Journal of Environmental Responsibility and Public Health (Rivista internazionale per la responsabilità ambientale e la salute publica) rileva che gli ftalati sono collegati a problemi di fertilità sia negli uomini che nelle donne (causano una riduzione della produzione di spermatozoi e un rischio maggiore di aborto spontaneo), anomalie della pubertà e rischi di cancro.

Il bisfenolo A è anche considerato un interferente endocrino e studi scientifici hanno indicato un legame tra l’esposizione al bisfenolo A e il cancro, l’infertilità, il diabete e l’obesità.

Gli ormoni sono vitali per la salute: queste sostanze messaggere regolano molte funzioni corporee (ad esempio l’insulina, che dice al corpo di assorbire e utilizzare il glucosio; o la melatonina, che regola il ritmo circadiano o gli ormoni sessuali come il testosterone e l’estrogeno, che possono influenzare alcuni aspetti della salute fisica e mentale oltre la riproduzione).

Quando gli ormoni vengono disturbati, la malattia non è lontana. Per questo motivo, un gruppo di quasi 90 scienziati attraverso il mondo ha chiesto il boicottaggio della produzione e dell’uso di interferenti endocrini.  

La loro richiesta è stata ascoltata. A febbraio 2022, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha proposto una drastica riduzione del bisfenolo A. Ha fissato una nuova dose giornaliera tollerabile temporanea (DGT) di 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, una notevole riduzione rispetto alla precedente DGT di 50 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. L’EFSA ha basato questa raccomandazione su studi che dimostrano che il bisfenolo A ha un impatto negativo sulle cellule “T-helper” (globuli bianchi che hanno un ruolo chiave nel sistema immunitario).

In un articolo olandese intitolato “Danger from the Tap” (“Pericolo dal rubinetto”), Ana Soto, professoressa di biologia cellulare alla Tufts University di Boston, afferma: “Abbiamo descritto i pericoli degli interferenti endocrini da già 15 anni, ma non è cambiato niente. Ora sembra che queste sostanze si possano trovare nell’acqua potabile. Quanto tempo aspetteranno i governi prima di agire?”

Le sostanze chimiche non identificate possono anche loro danneggiare la salute

Più a lungo l’acqua rimane a contatto con tubature di plastica, più sostanze chimiche entreranno nell’acqua. Lo scienziato Erik Arvin ha lasciato l’acqua a contatto con la plastica per sette giorni per valutarne l’effetto. “Abbiamo scoperto che oltre 20 sostanze chimiche si erano infiltrate nell’acqua. La maggior parte di loro erano alchilfenoli, come il 4-terz-butilfenolo, e ftalati”. Secondo Arvin, questo effetto succede principalmente dentro e intorno alla casa. Infatti, l’acqua nelle tubazioni esterne (la rete idrica pubblica) è sempre in movimento, mentre nelle tubazioni di casa l’acqua è spesso ferma per ore o addirittura giorni, in attesa che venga aperto un rubinetto o la doccia. Inoltre, la temperatura è spesso più alta lì che nelle tubazioni pubbliche. Inoltre, più minore è il diametro del tubo, più c’è contatto tra l’acqua e il tubo, ciò che causa un maggiore grado di lisciviazione chimica. Queste condizioni rendono più probabile che i prodotti di plastica penetrino nell’acqua.

Arwin sottolinea che solo il 10% di queste sostanze chimiche è stato identificato. L’altro 90% rimane un mistero: non si sa cosa sono né se sono dannosi per la salute. Un’altra cosa che non è ancora chiara è se queste sostanze possano entrare nel corpo attraverso la pelle, ad esempio durante la doccia. Secondo Ana Soto, potrebbe essere il caso. “Sappiamo che il bisfenolo A diglicidiletere può penetrare nella pelle. Per altri fenoli, non è ancora noto, ma è probabile che anche fenoli di dimensioni simili possano entrare nel corpo attraverso la pelle.”

Ci sono stati molti dibattiti per sapere se, si o no, queste sostanze chimiche sono problematiche per la salute. Wim van de Meent di Kiwa, l’istituto che controlla le tubazioni dell’acqua nei Paesi Bassi, non è d’accordo con la posizione di Arwin e di Soto. Secondo lui, la ricerca mostra che fino a 900 microgrammi di 4-terz-butilfenolo per litro d’acqua non sono dannosi per la salute. E per quanto riguarda le altre sostanze, sono presenti a concentrazioni talmente basse da risultare trascurabili. Van de Meent non è convinto che ci sia un problema, ma dice “È giusto che ci sia una discussione lì sopra.”

Tuttavia, è impossibile ignorare gli studi che collegano i sottoprodotti di plastica a problemi di salute. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology (Tossicologia ambientale e farmacologia), il cloruro di polivinile “è il tipo di polimero più tossico”.

Norme sul PVC nell’acqua potabile

L’articolo 11 della Direttiva europea concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano stipula che gli Stati membri devono adottare:

“tutte le disposizioni necessarie affinché nessuna sostanza o materiale per i nuovi impianti utilizzati per la preparazione o la distribuzione delle acque destinate al consumo umano o impurità associata a tali sostanze o materiali per i nuovi impianti sia presente in acque destinate al consumo umano in concentrazioni superiori a quelle necessarie per il fine per cui sono impiegati e non riducano, direttamente o indirettamente, la tutela della salute umana prevista dalla presente direttiva.

A prima vista, questo regolamento sembra offrire una certa protezione. Ma molti studi mostrano che le tubature in plastica non sono conformi, poiché rilasciano sostanze chimiche nell’acqua che possono avere un impatto negativo sulla salute.

Linee guida dell’OMS sul PVC nell’acqua

Le ultime Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fissano limiti per alcune delle sostanze chimiche legate al PVC, ma non per tutte.

  • Acrilammidi: 0,5 microgrammi per litro
  • Bisfenolo A: nessun limite
  • Idrocarburi policiclici aromatici (in particolare benzo[a]pirene): 0,7 microgrammi per litro
  • Cloruro di vinile: 0,3 microgrammi per litro

Linee guida europee sul PVC nell’acqua di rubinetto

La Direttiva europea sull’acqua potabile ha limiti più severi su alcune sostanze chimiche, mentre è più rilassata su altre:

  • Acrilammidi: 0,1 microgrammi per litro
  • Bisfenolo A: 2,5 microgrammi per litro
  • Idrocarburi policiclici aromatici: 0,1 microgrammi per litro
  • Cloruro di vinile: 0,5 microgrammi per litro

Il PVC nell’acqua del rubinetto in Italia

In Italia, il 25% delle canalizzazioni dell’acqua è stato posato più di 50 anni fa e ha bisogno di un urgente aggiornamento. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, oltre il 40% dell’acqua che scorre nelle tubature si perde durante il transito. In alcune città, il tasso di perdita raggiunge il 70%. Le zone più colpite sono Chieti, Sicilia e Basilicata.

La rete idrica italiana è gestita al livello regionale, dunque il compito di aggiornare le canalizzazioni è titanico e lento. Per questo stesso motivo, è difficile conoscere esattamente la proporzione dei vari materiali utilizzati per le tubazioni dell’acqua. I materiali più comuni utilizzati sono ghisa, ottone, rame e PVC. Se vivi in una casa costruita negli ultimi trent’anni, ci sono buone probabilità che le tubature dell’acqua siano in PVC o in PE (polietilene).

Come eliminare il PVC dall’acqua del rubinetto

“Se hai tubi di plastica in casa, ti consiglio vivamente di far scorrere l’acqua per un po’ al mattino per sbarazzarti dell’acqua che contiene il più di sostanze chimiche”, Erik Arvin.

Che abbi tubi di plastica in casa o no, è probabile che l’acqua del tuo rubinetto sia passata attraverso alcuni dei tubi in PVC della rete di distribuzione idrica pubblica. È dunque probabile che contenga alcune delle sostanze chimiche menzionate in questo articolo.

Diversi metodi sono stati testati per eliminare il BPA e altri prodotti chimici dall’acqua. Questi includono l’osmosi inversa, la filtrazione a base di carbone e i reattori a biofilm. Il modo più semplice è di usare un filtro progettato per rimuovere le sostanze chimiche nocive dall’acqua del rubinetto.

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